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Salvate il soldato Ryan

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260709

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Fonte: http://www.mymovies.it

Il 6 giugno 1944 il cap. John Miller (T. Hanks) sbarca con i suoi uomini a Omaha Beach, settore Dog Green. È un massacro sotto il micidiale fuoco tedesco. Il generale George Marshall (H. Presnell), comandante supremo dell'armata anglo-americana, apprende che la famiglia Ryan dell'Iowa ha già perduto tre figli e che un quarto fratello, James Francis Ryan (M. Damon), è stato paracadutato in Normandia, oltre le linee nemiche. Dà ordine che sia ritrovato e rimandato a casa. L'incarico è affidato al cap. Miller che, con sei uomini e un interprete (J. Davies), parte alla sua ricerca. Decenni dopo, sulla sua tomba, il vecchio Ryan si domanda se abbia veramente meritato di essere vivo. Una grigia bandiera a stelle e strisce sventola piano. Dramma bellico in 3 atti e una cornice. 1° atto: lo sbarco in Normandia, la guerra come carneficina e caos (i primi 24 minuti, fin troppo acclamati: da vedere, comunque, e da sentire); 2° atto: la ricerca di Ryan: apparentemente convenzionale e già vista, ma ricca di problemi e di domande senza risposta; 3° atto: la battaglia nel paesino di Ramelle per salvare Ryan e tenere un ponte: un compendio del war film made in USA che pone il film sotto il segno di una sospetta ridondanza, rivelata anche dal ricorso insistito alle riprese “a spalla” e agli effetti speciali. Film di forti impatti e molte bellezze, ma anche di numerosi stereotipi, interamente dentro la prassi e la retorica di Hollywood, dentro i confini del Nordamerica e della famiglia nordamericana. I tedeschi sono nemici e la Francia è vuota. “La memoria diventa così - più che un'occasione per riflettere, per parlare di storia e di etica - un argomento nostalgico di propaganda” (Giorgio Cremonini). Salvate il soldato Ryan è un film di guerra, La sottile linea rossa è un film sulla guerra. Due curiosità: in I sacrificati di Bataan (1945) John Wayne si chiama Rusty Ryan, ma è tenente; le grigie Stelle & Strisce che sventolano all'inizio e alla fine sono una citazione di una foto firmata Mapplethorpe. 5 Oscar: regia, fotografia (Janusz Kaminski), suono (Ronald Judkins, Gary Rydstom, Gary Summers, Andy Nelson), effetti speciali sonori (Gary Rydstom, Richard Hymns), montaggio (Michael Kahn). Successo internazionale. 3° posto sul mercato italiano 1998-99.