Modern Warfare 2
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Modern Warfare 2
Per leggere l'articolo per intero , compreso di trailer del gioco , cliccare quiLa particolare gestione del brand Call of Duty vede di anno in anno l’avvicendamento al timone di due sviluppatori. Per quanto i titoli sviluppati da Treyarch siano sempre riusciti a mantenere alto il nome della produzione, i lavori di Infinity Ward hanno da sempre una marcia in più. Il motivo principale è da ricercarsi nella capacità dei developer californiani di immergere completamente il giocatore nei panni di un soldato e fargli sentire tutta l’emozione della guerra, ovviamente edulcorata e filtrata con un taglio decisamente cinematografico.
Abbandonato il titolo “Call of Duty”, Modern Warfare 2 rimane comunque strettamente legato al brand e la recente presentazione tenutasi a porte chiuse durante l’E3 2009 ha pienamente confermato questo concetto. Pad alla mano, gli sviluppatori ci hanno mostrato una demo di circa venti minuti, basata sul livello “Cliffhanger”, lo stesso mostrato in parte durante la conferenza Microsoft.
Sul filo del rasoio
La sottile striscia di ghiaccio che separa i due soldati dal baratro appare ancor più precaria vista dall’alto. Un gesto sbagliato basterebbe a farli precipitare entrambi ed il vento che sferza il viso di certo non aiuta. Mai guardare in basso si dice, eppure la tentazione è troppo forte. I nostri occhi si posano prima sul nero precipizio, poi incontrano quelli del nostro compagno, il capitano McTavish, una vecchia conoscenza. L’arco narrativo di Modern Warfare 2 si sviluppa infatti qualche anno dopo rispetto a quello coperto dal predecessore e vede il ritorno di alcuni personaggi chiave. La Task Force 141, capitanata dallo stesso McTavish, è stata istituita con lo scopo di contrastare la medesima fazione ultranazionalista russa già incontrata, con a capo questa volta il supercattivo Vladimir Makarov. Ma non c’è più tempo per i ricordi, perché il capitano McTavish, il volto invecchiato sferzato dal vento e dalla neve, ci invita bruscamente e tirare fuori le picozze e a seguirlo. La scalata che segue è un puro esempio della maestria degli sviluppatori nel creare sequenze di grande atmosfera, con la telecamera parzialmente guidata che restituisce perfettamente la mimica dello sforzo necessario per sollevarsi con le sole braccia, piantando le picozze in una liscia parete di giaccio. E proprio quando si sta per prendere il giusto ritmo nell’alternata pressione dei grilletti per ascendere un poco per volta, ecco che il passaggio di un caccia a bassa quota complica tutto, incrinando la parete e facendoci precipitare per diversi metri.
McTavish fortunatamente è lì per darci una mano e, prontamente, ci tira su a forza di braccia. Ancora qualche metro di fatica e arriviamo finalmente ad una nicchia un po’ più riparata: peccato che la nostra meta si trovi al di là di un salto di diversi metri. McTavish ci dà una pacca sulle spalle, abbaia un “Ci vediamo dall’altra parte!”, prende la rincorsa e supera il baratro con un solo salto. Non ci resta che seguirlo. Qualche passo di rincorsa ed anche noi ci lanciamo nel vuoto: il bordo è a pochi centimetri, così vicino, eppure così lontano. Le dita scivolano e in un attimo ci troviamo a precipitare nel vuoto. Un colpo di reni, l’istinto di sopravvivenza e chissà cos’altro riescono a farci piantare la picozza ancora stretta in mano a pochi millimetri dalla morte certa. Eppure è un rimedio temporaneo, la tuta mimetica e tutto l’equipaggiamento ci trascinano inesorabilmente verso il basso. Proprio quando stiamo per mollare, ecco di nuovo McTavish, il nostro angelo custode, che ci salva la vita per la seconda volta in pochi minuti. La scalata è finita, gettiamo le picozze ed iniziamo la perlustrazione del campo.
Legge di Murphy e Piano B
Il nostro obbiettivo, una pista di decollo per F14 nel cuore gelido del Kazhakistan, dista solo poche centinaia di metri, eppure la strada che porta ad esso è molto ben pattugliata. Imbracciamo il fucile d’assalto d’ordinanza ed attiviamo il sensore di battito cardiaco che, tramite un piccolo schermo montato sul lato sinistro del calcio, ci informa in tempo reale delle presenze nemiche nelle vicinanze. Pochi metri, ed incontriamo la prima ronda. Due prede, due cacciatori, il finale è già scritto. McTavish mira a destra, noi a sinistra. Non appena un F14 passa radente al suolo in fase di atterraggio, facciamo fuoco con i fucili silenziati e fine della storia. Senza ulteriori intoppi giungiamo finalmente alla piccola installazione militare nemica, proprio mentre una tormenta di neve si avvicina riducendo drasticamente la visibilità. Per prima cosa individuiamo un piccolo deposito carburante e ci piazziamo una carica di C4: meglio andare sul sicuro. Mettiamo da parte per un attimo il fucile d’assalto silenziato e passiamo all’accoppiata coltello e pistola automatica, molto più adatta all’infiltrazione.
Raggiungiamo l’edificio designato, mentre McTavish ci copre ed al piano superiore troviamo finalmente quello che cercavamo: un prezioso file contenuto in un computer, un indispensabile pezzo d’intelligence.
Missione compiuta, si torna a casa... ma ecco che la legge di Murphy si rivela ancora una volta infallibile. Mentre scendiamo i gradini, sentiamo McTavish urlare e, poco dopo, il motivo si materializza davanti ai nostri occhi: siamo compromessi, la missione è fallita ed un piccolo esercito si è radunato fuori dall’edificio.
McTavish getta il fucile ed è proprio in quel momento che ci ricordiamo del piano B: le nostre dita sono già sul detonatore: in un attimo si scatena l’inferno.
Ghiaccio bollente
La sparatoria che è seguita ha mostrato un tipo d’azione ben nota agli appassionati del brand: molto importante la copertura improvvisata e l’individuazione del fuoco nemico, laddove la scarsa visibilità era ben compensata dal radar montato sul fucile.
L’utilizzo degli script è come sempre massiccio, ed usato ad arte per costruire un’azione ricca di colpi di scena e cambi di ritmo. Mentre si cercano coperture improvvisate dal fuoco nemico, dal nulla spuntano altri nemici a bordo di motoslitte che occorre mettere fuori combattimento in fretta. Si segue il capitano McTavish in una fuga disperata, si scivola da un pendio, ci si gira mirando agli inseguitori tutto in un’unica, fluida sequenza. Compaiono altre motoslitte e l’unica soluzione è mettere fuori gioco i piloti e rubarne due. La sequenza di guida che segue è una fuga a perdifiato giù per un ripidissimo pendio, con la possibilità di staccare la mano sinistra dal manubrio per sparare con un’automatica. I nemici continuano a spuntare da ogni angolo, sbarrando la strada e costringendo a brusche virate. D’improvviso la pendenza aumenta e così la velocità. Se prima la principale preoccupazione erano gli inseguitori, ora sono gli alberi che costellano il percorso, da evitare mentre il vento fischia nelle orecchie. Proprio quando sembra che, curva dopo curva, il folle percorso non abbia fine, si imbocca una rampa naturale e la motoslitta si stacca da terra in un volo da fiato sospeso. Dopo il brusco atterraggio, sullo sfondo si staglia l’elicottero di recupero. Missione compiuta, si torna a casa.
Il gameplay mostrato durante questa breve missione ha rivelato che i fondamenti definitivamente maturati nel precedente capitolo ad opera di Infinity Ward non sono cambiati: script utilizzati ad arte e sequenze d’azione ricche di capovolgimenti e colpi di scena la fanno da padrone, così come i bruschi cambi di ritmo. Intatti i pregi dunque, così come i relativi difetti: per quanto le dimensioni del livello mostrato siano più che generose, l’azione è comunque molto lineare, e l’interattività con l’ambiente molto ridotta. In questo senso, sembra che Modern Warfare 2 sia estremamente consapevole dei punti di forza del suo brand di appartenenza e non abbia la minima intenzione di scendere a compromessi per allargare il suo bacino d’utenza, peraltro già sconfinato.
Per quanto riguarda la campagna singolo giocatore, le informazioni finora trapelate rivelano una longevità assimilabile a quella del predecessore, dunque non oltre le 6/8 ore complessive, ed una gran varietà d’ambientazioni, che porterà i giocatori dal Kazhakistan innevato, al ben più caldo Afghanistan fino a Rio de Janeiro.
Comparto tecnico
La demo mostrata ha rivelato un comparto visivo di grande impatto. Sin dalla prima sequenza di scalata sulla parete di ghiaccio è possibile notare l’ottimo lavoro svolto a livello di modellazione poligonale, che permette un ottimo livello di dettaglio visibile soprattutto sui personaggi. Notevole anche il comparto animazioni che regala movenze decisamente fluide e convincenti. Come anticipato, l’interazione con l’ambiente è ancora una volta ridotta all’osso: il gameplay di Modern Warfare 2 vive di una natura prettamente cinematografica che rende necessari alcuni sacrifici in termini di libertà d’azione ed interazione. Il comparto audio ha riempito la sala di prova di un’effettistica di ottima qualità: l’alto volume ha permesso di constatare la bontà dei campionamenti di armi e veicoli. Del tutto provvisoria invece la colonna sonora, che è attualmente in fase di composizione.
Commento FinaleCliffhanger è solamente un livello, eppure in pochi minuti riesce a portare sullo schermo un’incredibile quantità d’azione. Le prime impressioni su Modern Warfare 2 sono dunque molto positive, e anticipano una campagna singolo giocatore che promette di superare, per tasso d’adrenalina, quella del predecessore. Non ci resta che attendere gli importantissimi dettagli sul comparto multigiocatore, componente fondamentale per avere una visione d'insieme. Rimaniamo in attesa di ulteriori informazioni, certi comunque che il brand Call of Duty sta per tornare sugli schermi forte dello sviluppo dei suoi migliori interpreti.
berry291285- ICDB Staff Member
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